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Messaggio Da Green Boy Ven Nov 18, 2016 9:23 am

"I lavori di ricostruzione procedono lentamente. Solo il 4.3% delle potenzialità di Paradise può essere usata in questo momento."
"...che presumo sia poco."
"E' un cazzo, non è poco."
Zachary, Arnold e Charlie stavano tutti e tre attorno alla radio, come se stessero ascoltando la messa. Zachary aveva messo assieme un grossolano sistema di amplificazione in modo che anche gli altri due potessero sentire le comunicazioni quotidiane di Micah King sullo stato di avanzamento dei lavori di ripristino di Paradise...lavori enormi, peraltro.
"Micah, c'è modo per accelerare la procedura?"
Charlie era visibilmente dei tre quello più a disagio, come se ancora lo addolorasse l'idea di ciò che era successo che, inevitabilmente, parlare con Micah King gli sbatteva in faccia ogni volta. Ciononostante, rimaneva risoluto come sempre.
"Certo."
I tre si guardarono: della speranza balenò sul loro volto mentre ciascuno iniziava a pianificare come sfruttare al meglio quel potenziale nuovo avamposto. Si rivolsero di nuovo alla radio, attendendo ulteriori indicazioni...che non arrivavano. Dopo una decina buona di secondi, Zachary, sbuffando, capì.
"...E quale sarebbe questo modo, Micah?"
"Il nocciolo energetico del Settore 3 è quasi esaurito. Va sostituito."
"...e cosa sarebbe un "nocciolo energetico"?"
"Sono molto contenta Charlie che tu mi abbia fatto questa domanda.
Lemma "nocciolo energetico" trovato.
Da sempre l'Umanità ha cercato di imbrigliare...
...
...
...
...fonte di energia."

Erano passati ben 15 minuti. I tre astanti erano letteralmente atterriti dalla quantità di parole che Micah aveva riversato loro addosso. Rincoglionito come raramente si era sentito nella sua vita, Charlie riprese la parola.
"Come ce ne procuriamo uno?"
"Semplice. Posso fornirvi io le coordinate di un nocciolo ancora attivo. Secondo i miei rilevamenti, il più vicino a voi si trova alle coordinate 35°56′35″N 112°11′09″W. Località: Ranch Montgomery, Apex, Arizona. Posso fornirvi anche un codice di sblocco."
"Forniscici un codice di sblocco."
Zachary prese la parola prima che qualcuno avesse la pessima idea di chiedere cosa fosse un codice di sblocco.
"Certo. Prego, fornire Centro di computazione."
"Centro di cosa?"
"Sono molto contenta Zachary che tu mi abbia fatto questa domanda.
Lemma "Centro di..."

"Come ci procuriamo un Centro di computazione, Micah?"
"Attendere prego. Analisi degli archivi in corso.
...
Il Centro di computazione più vicino si trova presso il Ranch Montgomery, Apex, Arizona. Il Centro di computazione risulta essere stato installato unitamente al Nocciolo energetico, che risulta attualmente attivo.
Attenzione. Senza codice di sblocco, l'unico modo per prendere il Nocciolo energetico è la rimozione manuale. Si prega di dotarsi di adeguate protezioni."

Al termine "rimozione manuale", Arnold battè le mani, iniziando a sfregarle.
"Oh, finalmente, giovani...ci sarà da fare."
Emides, centro radiofonico. Metà di novembre, 2116.
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Messaggio Da Green Boy Lun Nov 21, 2016 9:09 am

"Cosa hai per me, Will?"
"Poca roba, Maverick. Di questi tempi, pare che Sua Maestosità sia interessata solo a catturare ribelli. Taglie su delinquenti comuni non ce ne sono."
"Sai che i ribelli non li caccio. Troppi casini prenderne uno e soprattutto troppi nemici acquisiti in un colpo solo. Altro? Qualche ladro, pervertito, minorato, stregone..."
"Stregone...aspetta un attimo.
"Ah, ecco! Questa è vecchia. La taglia è in giro da un paio d'anni, ma non mi risulta sia stata riscossa. Credo possa fare al caso tuo."
"...una taglia in bianco? Non un nome, non una descrizione precisa, ma solo un gruppo di punti dove sono stati compiuti crimini di occultismo? È una sfida."
"Si, lo è. Ma, Maverick, tu non dici sempre di essere il segugio migliore di tutto il continente?"


Urania, Centro liquidazione taglie. Metà di novembre 2116.
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Messaggio Da Green Boy Mer Nov 23, 2016 4:28 pm

“Ora, tutti a dire maldicenze su Sua Maestà. Non mi sembra che questi “ribelli” abbiano fatto poi tutte queste grandi cose”

“Cosa intendi, nonno? Guarda che Alleister non è una santa, anzi. Non ti ricordi di Susan? La ragazza che abitava in fondo alla via? Non ti ricordi di come l'hanno uccisa?”

Il giovane viene interrotto dalla protesta gutturale del parente.

“Poche balle. Quella lesbica di merda se lo meritava. Tutti a dire che Sua Grazia sia un mostro, ma voi giovani mica c'eravate prima che arrivasse li. Oh no. Voi giovinastri non avete mica visto quello che ho visto io.  Qui prima non c'era nulla. Nulla! Niente edifici, niente case o ospedali o lampadine o radio! Niente di niente. Nessuno voleva passarci qui, nossignore. Quando non avevo ancora peli sul viso ed accompagnavo mio padre per andare a mercanteggiare in giro, non ci passavamo mica da questa zona qui. Portava sfortuna, dicevano, c'erano solo corvi qui. Noi andavamo a commerciare con quei poveracci che abitavano verso il confine o nelle praterie. Qui mai. No no. Noi partivamo dal Sud e evitavamo il Centro con tutte le nostre forze.
Ci facevano pena, capisci? Erano così poveri ed arretrati da disgustare chiunque.
Quando ci dissero che volevano costruire una grandissima città, qui nel mezzo del nulla, noi mica ci credemmo. Dovemmo andare a vederlo coi nostri occhi! Prendemmo la carovana, io e mio padre, e ci mettemmo in viaggio. Dallo schifo che c'era prima, stava nascendo qualcosa di meraviglioso, parola mia! Tutti quegli edifici così alti e la luce! LA LUCE CAPISCI? L'ACQUA CALDA! Tu ora le dai per scontato, cretino. Ma prova a vivere al buio: senza la tua radio, la doccia, senza il cinematografo. Prova te a vivere senza tutte le cose che Sua Illuminata Grazia ci ha donato.
Noi allora prendemmo mamma e ci trasferimmo subito, ci mancherebbe, e come noi anche tutti quei poveracci. Pensa te che la vostra “Tiranna” aveva trovato delle case e un lavoro a tutti I senzatetto affamati, a tutti quei sopravvissuti, che ora sono dei rispettabilissimi cittadini. Eh si. Dalle baracche di fango dove abitavano prima, passare a degli appartamenti mica era facile, anche perché erano tutti malati all'inizio. Il raffreddore, la febbre, lo scorbuto. Uno schifo che non ti dico. Eh già. Ha fatto risorgere il Centro e l'ha proprio fatta vedere a tutti quelli che lo disprezzavano. Che donna.”

“Ma non ti viene mai in mente di chiederti chi sia? Da dove venga? Perché sembri sempre così giovane?”

“Poche domande, ragazzo. Le domande non portano il pane a casa e non hanno tirato su Urania. Alleister l'ha fatto. So che dalla miseria ci ha donato una vita completa. Ora smettila di rompere le palle. Sono le 14 e dobbiamo andare a rendere grazie in piazza e siamo già in ritardo. Non è che siccome il venerdì non lavori ti puoi impigrire.”

Sobborghi di Urania, metà novembre 2216
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Messaggio Da Green Boy Gio Nov 24, 2016 3:38 pm

Due soldati scorrono la lista, sono decisamente perplessi.
"Hai anche tu l’impressione di star cercando una mosca bianca?”
“Abbastanza. Le caratteristiche di questo individuo sono quantomeno peculiari, senti qua : non troppo giovane, robusto, irascibile...”
“Fossero solo quelli! Leggi sotto, si parla di Dono. Qui mi sa che c’è qualcosa sotto.”
“Non vorrei essere in quel povero bastardo quando lo troveremo.”
“Non devi esserlo. Vai a fare lo zaino, partiamo stasera.”

Una caserma dell'Esercito Federale del Centro, Novembre 2116
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Messaggio Da Green Boy Mar Nov 29, 2016 6:18 pm

La polvere si dirada pian piano. Dopo gli spari cala di nuovo il silenzio del deserto dell'Arizona.
I ribelli escono dai loro ripari scendendo dal pendio scosceso; l'imboscata che hanno teso è stato un successo, ora devono recuperare il recuperabile.
Il Capitano Arnold avanza piano e con fare circospetto, nella sua mente permane un pensiero insistente: "Tutto troppo facile..."
Il simbolo di Allister sulla fiancata del camion appare così insignificante crivellato dai proiettili.
"Purtroppo sono irrecuperabili senza pezzi di ricambio, per fortuna che quelli dell'XXX ne hanno portato uno sano a casa."
Bofonchia guardando torvo il giovane mitragliere di fianco a lui, ora visibilmente in imbarazzo.
"Va bene massa di dementi, vediamo cosa ci porta la bastarda per Natale."
Urla trionfanti si propagano per la piccola vallata.  I cadaveri dei regolari del Centro vengono spogliati di armi e munizioni, nel frattempo il vecchio meccanico si fa passare un paio di grosse tronchesi per rompere di netto la catena che chiude il retro del camion. In quel momento una figura minuta balza giù dal mezzo,il fucile spianato. A stringere l'arma non sono le mani di un veterano, di fronte a loro i ribelli si trovano un ragazzino di 14 anni circa.
"Un bambino, uno stupido bambino soldato... un bambino come lo erano i miei."  
Questo è quello che sta pensando il vecchio.
Arnold alza le mani mentre gli astanti puntano il bambino con le loro armi. Il vecchio fulmina con lo sguardo i suoi ed essi abbassano le armi. Il giovanotto è visibilmente terrorizzato, il suo gesto è disperato, non risoluto.
"Arrendetevi traditori della patria!"
Grida il giovanissimo soldato con gli occhi lucidi. Arnold si avvicina con una tavoletta di cioccolato, in tutta risposta bambino spara. Il colpo manca di poco la testa dell'anziano soldato procurandogli solo un piccolo graffio alla tempia. Il proiettile va a conficcarsi nel terreno dietro al ribelle, un goccia di sangue gli scende lungo la guancia. Un leggera smorfia, più di disapprovazione che di dolore, appare sul viso del vecchio malmostoso che si avvicina ancora, prende il fucile del spaventato soldatino e lo getta di lato. Come un padre severo afferra il braccio del soldato di Alleister, un povero ragazzino piangente.  "Sei forte "Batman", hai vinto! La tua battaglia è finita per oggi, ora torna da tua madre... Voi, massa di imbecilli,  prendete quello che riuscite ed andiamocene!"
26 novembre 2116, Nuovo Arizona
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Messaggio Da Green Boy Mer Nov 30, 2016 9:00 am

Il piccolo ambulatorio è affollato. Chiamarlo ambulatorio forse è eccessivo, una stanza con tre lettini, un tavolo con alcuni strumenti medici ed una scrivania, ecco l'unico studio medico di tutta la Ribellione. Bastano dieci persone per riempire la stanza, cosa che accade in questo momento. La signorina Tannebaun cerca di calmare un giovane guerrigliero con il viso coperto di pustole.
"Mi deve aiutare dottoressa! Sto morendo?! Ho la peste?!"
Il giovanotto sbraccia come impazzito, domande simili arrivano dalla piccola folla di astanti. Il chiasso è notevole.
"Vi prego signori, calmatevi, il Tenente Desmond sta arrivando!"
Eppure il clamore non cessa.
Improvvisamente la porta si apre ed il silenzio cala nella stanza. Un giovanotto con una camicia stirata ed il camice bianco entra a capo chino mentre legge una cartella medica. Ha in mano una tazza di caffè fumante, ai piedi ha delle pantofole, sembra appena sveglio. Non si rende nemmeno conto delle persone intorno a lui. Fischiettando si siede alla scrivania, tutti lo guardano in silenzio mentre si mescola il caffè. Il suo volto è chino su alcuni fogli e documenti sparsi sul tavolo. La giovane donna con gli occhiali lo guarda in silenzio. Lo stesso fanno la decina di ribelli coperti di pustole. Desmond continua a fischiettare.
"Ehm Dottore, scusi se la disturbo."
Il giovane alza la testa dai suoi fogli, ha uno sguardo sognante.
"Signorina Tannebaun che ci fa lei qui? E questi gentili signori cosa vogliono da me?"
L'assistente sgrana gli occhi, gli ammalati tornano ad urlare ognuno la sua richiesta di aiuto.
Il giovane sorride.
"Si certo capisco, va bene state calmi! Signorina mi vada a prendere le riserve di Herba Miracula rimaste! Nel caso chieda al Dottor Renner. Su su! Non perda tempo!"
Un paio di ore dopo lo studio è di nuovo vuoto. I pazienti sono stati curati con impacchi ed infusi e se ne sono andati. Nella saletta sono rimasti solo la chimica ed il patologo. Sono entrambi in silenzio.
"Ma quindi dottore è stato..." sembra l'inizio di una domanda spinosa, fatta con cautela.
"Siii..."  la risposta di Desmond interrompe quella della sua assistente.
"Ma non le sembrava poco..." Prova ad incalzare la chimica.
"Nooo..." La risposta, tanto maleducata quanto scocciata del Tenente medico non si fa attendere.
"Ma non ha paura di perdere il controllo!?"
A quella domanda Desmond si gira verso la sua assistente, il sorriso è compiaciuto e saccente al tempo stesso, la sua espressione tradisce un sentimento di compatimento verso la sua interlocutrice.
"Signorina Tannebaun, la prego... Io non perdo mai il controllo su ciò che faccio. Nemmeno quello che fanno gli altri, e quindi fatto sicuramente male, sfugge al mio controllo. Non mi faccia ridere."

Emidees, 30 novembre 2116
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Messaggio Da Green Boy Gio Dic 01, 2016 3:50 pm

Il neon nel bar sfarfalla per un attimo, la luce violacea ad intermittente dell'illuminazione da un tocco sinistro all'interno del locale.
“Dai! Dammi un parere schietto.”
“Non mi piacciono.”
“Io non capisco cosa sperino d'ottenere, mi paiono solo un gruppo di sbandati.”
“Peggio! Un gruppo organizzato di "sbandati", se capisci cosa intendo. Qualche testa calda gli ha sventolato uno o due pallidi ideali per convincerne i più, gli altri sono sicuramente fuorilegge in fuga da chissà dove.”
“Probabile…dopotutto molti sono dei "suddisti", notoriamente dei poco di buono quelli lì.”
“Hai letto il giornale no? Quel Charlie ha la faccia da terrorista, ma almeno non si nasconde dietro una maschera come quella Bones. Nomi di fantasia probabilmente, retaggio di qualche guaio passato.”
“Non si rendono conto a cosa si oppongono, sono folli!”
“Al contrario…secondo me ne vogliono solo la fetta più grossa. Facci caso, quelli che hai citato tu potrebbero essere benissimo criminali fuggiaschi o dei malavitosi. Pensa, magari c'è qualche povero mentecatto o anti-sociale delle nostre parti che si è unito alla Ribellione. La maggior parte però sono forestieri! Ho sentito anche di quel gruppo di selvaggi dei territori a Nord.”
“Ah , giusto. Quel…Bgior, Borjor…Bjorn credo, non so come cazzo parlano quelli! Comanda un gruppo di barbari mangiatori di uomini, sono solo una brutta razza, da cacciare come bestie.”
“Che sua Grazia li maledica tutti!” L'uomo sottolinea la frase sbattendo un pugno sul tavolo.
“Calmati, non serve. Vedi però? O raccolgono cani e porci perché non possono permettersi di meglio, oppure…”
“Oppure cosa?”
“Oppure sono la somma di tanti, troppi, interessi  stranieri sul nostro benessere, sulla nostra amata Patria. Sono una minaccia al nostro stile di vita!”
“Hai ragione…non si spiega una simile composizione sennò.”
“Manca solo qualche invasato dell’Est e poi il circo è completo.”
“Non mi ci far pensare…che Alleister ci protegga.”
“Sai cosa ti dico?! Io non starò di certo a guardare senza far nulla, domani vado ad arruolarmi!”
“Con quella gamba? Lo sai che non puoi..”
L’uomo si alza di scatto, il tono di voce è volutamente alto, in modo che tutti gli altri avventori sentano.
“Non starò qui ad aspettare la loro venuta, difenderò i miei cari e la mia Divina Sovrana!”
Alcuni lo guardano con ammirazione, altri invece lo compatiscono silenziosamente, pochissimi vorrebbero contraddirlo.
L’uomo seduto osserva il bicchiere mezzo pieno di Whiskey di fronte a lui.
“Che tempi… forse ha ragione lui, in ogni caso prima ci berrò sopra.”
1 dicembre 2116, in una bettola del Centro
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Messaggio Da Green Boy Ven Dic 02, 2016 11:32 am

Legati a due a due, una ventina di uomini e donne delle più diverse età stanno sulle ginocchia in mezzo al campo polveroso.
Intorno a loro le sentinelle in mimetica montano la guardia, il dito sul grilletto per non farsi prendere di sorpresa.
In fondo al piccolo perimetro, attaccati alla rete con del filo metallico, ci sono due corpi crivellati di colpi. Sono un brutale monito per chi avesse in mente di seguire le loro orme e tentare di ribellarsi.
Due soldati scortano un uomo in camice bianco. Il dottore si ferma di fronte ad ogni coppia per visitarla.
“No, nemmeno questo.” Si alza con espressione di disappunto. “Ma voi le liste le seguite? Metà di questi sono deboli e affamati! Siete degli idioti." Il dottore continua la sua ispezione.
“Nemmeno questo, ne questa, questo poi non lo mangerebbero nemmeno quelle bestie selvagge dei Nord.”
Le visite proseguono per un po, quando ad un certo punto giunge il momento di un ragazzo dallo sguardo basso. Il volto è tumefatto per le botte ricevute.
il medico gli pone un matita sotto il mento, alzandolo di forza e ponendoselo di fronte al viso.
“E tu… tu che segreto nascondi?”
Il ragazzo, di tutta risposta, sputa dritto in faccia al medico.
“Beh ci vuol coraggio…e stupidità.” Alle parole del medico, un soldato di scorta assesta un colpo al fianco del giovane con il calcio del suo fucile. Il giovane cade con la faccia nella polvere. Il medico estrae un fazzoletto di stoffa e con sommo disgusto si pulisce il viso.
“Dunque, mettiamola cosi. Con quel gesto potresti esserti guadagnato un biglietto di sola andata per la fossa comune. O forse no." Indossa dei guanti bianchi nuovi, afferra per i capelli la sua vittima e lo solleva. Il medico estrae una piccola torcia ed inizia ad osservare le iridi del malcapitato. “Nessuna reazione significativa agli stimoli esterni."  
Il prigioniero cerca di divincolarsi, per tutta risposta riceve un calcio in pieno petto da parte di uno dei suoi carcerieri.  
“Non la vuoi capire eh? Temo proprio che il tuo sciocco comportamento finisca qui.”
Con un movimento rapido estrae una pistola da una fondina e la punta al viso della sua vittima. “Beh addio!”
Improvvisamente gli occhi del giovane cambiano colore, la muscolatura si ingrossa triplicando in pochi secondi.
Il viso del dottore è impietrito mentre i soldati hanno già imbracciato i fucili puntandoli nella direzione del ragazzo.
La rigida espressione del medico cambia lentamente in un sorriso compiaciuto.
“Allora forse non mi avete fatto perdere tempo.”
Rinfodera la pistola, segna qualcosa sulla cartelletta che porta appresso.
“Portatelo al laboratorio. Che sia ripulito ed impacchettato. Ad Urania lo aspettano, il Dottor Mengele avrà la sua cavia.”
“Dottore, che facciamo degli altri?”
Lui si ferma senza voltarsi.
“Non ci sono altri”
“Signorsi!”
Un serie di spari ed urla, poi di nuovo il silenzio.
Un odore di calce impesta l'aria mentre i soldati di Alleister riempiono la buca.
La pioggia inizia a scendere sulla terra insanguinata.

Da qualche parte nel Centro, Dicembre 2116
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Messaggio Da Jelly Fish Ven Dic 02, 2016 6:11 pm

Silenzio.
Il sole entra nella catapecchia attraverso una finestra col vetro rotto.
Il fascio di luce illumina la console di Radio Rebelde, spenta.
Illumina un posacenere troppo pieno ed infine illumina anche il viso del Colonnello.
Nel suo materasso per terra, la ragazza si mette a sedere.
Nessun rumore.
Nessun odore di sigaro o di tequila.
Nessun rapporto che la aspetta sotto la porta.
---
Per le strade di Emides la ragazza cammina sicura nella sua divisa militare troppo grande infilata negli anfibi, I capelli legati frettolosamente. È diretta alla piazza della base dove sa che lo Squadrone la sta aspettando.
Non è una bella giornata, il cielo è immobile e grigio. Pesante.
Il vento freddo fa lacrimare gli occhi lividi di Jelly Fish.
Passa davanti ad una catapecchia con la scritta “HEY MEXICO” a bomboletta, ricorda bene quando l'ha fatta.
Rallenta un attimo il passo aguzzando lo sguardo per vedere qualcosa, o qualcuno, che non trova.
---
Tutte le mattine lo Squadrone viene costretto ad allenarsi per un paio di ore.
“Buongiorno. Iniziamo con una decina di giri della piazza, poi vediamo. Via”
In periodi diversi avrebbe sfottuto I suoi sottoposti, scherzato con loro, bevuto un goccio prima di iniziare a lavorare, ma il suo umore non era più incline a tanto.
La partenza per la missione è programmata per appena dopo pranzo e non c'è tempo da perdere.
Un freddo senso di determinazione l'accompagna, lasciando ben poco spazio agli scherzi.
Dopo il primo giro quasi tutti hanno trovato un loro passo e il tonfo delle scarpe sullo sterrato diventa all'incirca regolare.
Alla fine del secondo giro Jelly Fish ha spento I pensieri e dirige lo Squadrone nella gelida mattina, sotto lo sguardo dei Ribelli appena svegli.

Emides, 2 dicembre 2116
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Messaggio Da Jelly Fish Ven Dic 02, 2016 6:37 pm

* Tok Tok *
“Permesso?”
“Vieni vieni, prego!”
“Volevi parlarmi?”
Un uomo si siede davanti al Generale Roland, sistemato sulla sua sedia dietro la scrivania.
“Si Arthur. Ho avuto un'idea. Cosa manca alla nostra Ribellione, amico mio?”
L'altro uomo rimane un attimo in silenzio, ponderando ogni successiva parola.
“U-una biblioteca? Un vero ospedale? Un impianto idraulico decente? La lista è lunga
Il Generale sembra non dargli ascolto
“UN PROGRAMMA POLITICO”
“Pardon?”
“Cosa ha reso grandi tutte le Rivoluzioni del passato?”
Arthur fa cenno di continuare
“La propaganda! Tutti conoscono Alleister. È ovunque se ci pensi, perfino sulle banconote.
Noi oltre a Radio Rebelde cosa abbiamo?”

Roland fa una pausa ad effetto per accendersi un sigaro
“Questo pomeriggio lo Squadrone XXX partirà alla volta della loro prossima missione. Voglio che tu vada con loro e che ci parli, che capisca perché combattono e perché mettono il cuore in questa Ribellione. Voglio che tu torni da me con un vero e proprio programma politico, stilato da chi se non I nostri uomini di punta? Voglio un documento che trasudi passione, amore e speranza per il futuro.”
“Quindi devo… Oh beh, signor sì, signore; non ci dovrebbero essere problemi. Vado a preparare le mie cose, allora.”
Arthur si alza dalla sedia, allontanando dal suo viso il fumo del sigaro con un gesto della mano.
Accenna un saluto militare e si dirige a passo lesto verso l'esterno.
“ANCHE UNA BANDIERA!”
La porta si chiude, impedendo a Roland di sentire la risposta del sottoposto.
Emides, 2 dicembre 2116
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Messaggio Da Jelly Fish Lun Dic 05, 2016 2:57 pm

Il camion procede spedito verso Emides, correndo sulla strada sterrata.
È più di un giorno che sono in viaggio e Jelly deduce che siano quasi arrivati.
I Ribelli si riposano silenziosamente: chi fuma, chi beve, chi dorme e chi pensa. Charlie è svenuto accanto al Colonnello che lo tiene sott'occhio: ha convenuto con i medici che fosse più sicuro per lui e per tutti tenerlo in uno stato di incoscienza fino a casa.

Il camion si ferma e poco a poco si svuota.
Jeb è stato affidato a Dodge appena sceso dall'autovettura, con la promessa che l'indomani sarebbe stato portato da Roland e che prima di allora non sarebbe stato disturbato, lasciandogli il tempo di piangere suo figlio.

La ragazza solleva Charlie, tenendo il braccio di lui sulle spalle per sorreggerlo meglio.
Camminano barcollando nella fredda sera di Emides fino ad arrivare ad una  baracca con una croce rossa sulla porta.
"DOC! DOOOOOOOC!"
Si sentono dei passi da dentro l'ambulatorio e il minuto medico si affaccia da una finestra
"Oh Jelly! Buona sera! Hai bisogn-"
"APRI QUESTA CAZZO DI PORTA CHE CHARLIE PESA!"
Il dottore non se lo fa ripetere due volte e fa entrare i due ufficiali.
"Cosa gli è successo?"
Jelly appoggia il sottoposto su una branda.
"È malato. Pensaci tu. Lo rivoglio in piedi ed attivo per la prossima missione."
Senza ulteriori indugi il Doc inizia ad esaminare il nuovo paziente, mentre Jelly gira I tacchi ed esce.

Si dirige con passo lesto verso una catapecchia ai limitari della piazza. Nonostante il buio impedisca la lettura della scritta a bomboletta sul fianco della struttura, Jelly entra sicura.
Si sente da fuori il cigolio delle molle della brandina, sotto sforzo.
Passano minuti lunghissimi senza alcun rumore.
"Alla fine avevi ragione tu. Dovevo dargli fiducia e lasciare che crescessero da soli... La missione è andata bene, sono stati bravi ed hanno agito per il meglio. Sono cresciuti tanto nell'ultimo anno. Ti ricordi come erano all'inizio?”
Ridacchia.
“Ora sono davvero una valida minaccia per la cagna.
Mi sbagliavo.
Punto per te, Messico."

Una figura alta e snella di avvicina alla casupola in silenzio e si siede fuori dalla porta

"Eravamo nella casa di nascita della cagna, sai? Mh. Buffo. Ti saresti divertito."
Jelly si zittisce e tira su col naso.
Si sente il rumore di una bottiglia che viene aperta e di lunghe sorsate.
Un leggero odore di tequila si propaga nell'aria.
"... mi manchi, Josè.”
La voce della giovane si spezza e le parole si mischiano ai singhiozzi
“Perdonami per averti lasciato andare da solo... Scusami. Io… Ti ritroverò. Ti ritroveremo, te lo prometto. Ti salveremo. Ti salveremo... Ti salveremo..."

Fuori dalla porta, una lacrima solca la guancia di Psycho Girl.

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Messaggio Da Green Boy Mer Dic 07, 2016 10:10 am

Roland è seduto dietro la sua scrivania, la mani incrociate di fronte al volto, l'espressione corrucciata sul viso. Di fronte a lui ci sono due medici, il Sergente medico Lopez sta finendo un discorso accorato.

“Ecco Generale, questo è quanto successo! Il Tenente Desmond ha agito in maniera del tutto sconsiderata non rispettando i pazienti! Questa condotta è indegna della professione medica e va contro ogni ideale che la nostra Ribellione esprime! Se ci comportiamo così cosa ci rende diversi dai medici della Tiranna?!” Frank sottolinea il suo discorso con un'ampia gestualità.

Roland annuisce convinto.
“Desmond hai qualcosa da dire in tua discolpa?”

Il giovane continua a sorridere beffardo.
“No signor Generale, il Sergente Lopez ha ragione su tutto, tranne su una cosa. Alla fine avrò ragione io.”

Roland si fa molto serio.

“Desmond, la tua condotta è stata scorretta, noi siamo diversi, hai messo a rischio la vita di due miei uomini, di due persone. Finché non avremo notizie certe sulla buona salute di Jerv e Lars sei degradato a soldato semplice. Sei sotto stretta vigilanza ma...”

Il Generale sospira profondamente.
“… ma sei l'unico esperto di malattie della Ribellione al momento, pertanto devi comunque occuparti dei nostri malati. Il Sergente Lopez avrà il compito di controllarti. Evita di fare altre cazzate.”

Emidees, 7 dicembre 2116
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Messaggio Da Jelly Fish Lun Gen 16, 2017 11:42 pm

Emidees è una città grande, vestigia diroccata di una città che un tempo doveva essere ancora più grande, incastrata in un territorio che per un abitante del nord risulta ancora più arido e desolato di quanto non sia, per via del contrasto paesaggistico enorme rispetto alle sconfinate foreste di conifere ricche di fiumi e di laghi, mentre qui solo il corso del fiume Gila ed i suoi scarni affluenti, perlopiù stagionali, permette una qualche forma di vegetazione spontanea e la coltivazione di alcuni territori circostanti.
Il grosso pellerossa camminava assorto per le vie devastate della cittadina, evitando le zone troppo affollate, guardandosi attorno e studiando un ambiente a cui non stava ancora riuscendo ad adattarsi; d'altronde era arrivato solo da un paio di mesi, dopo oltre quattro mesi di viaggio a piedi ed a cavallo dalle terre dei Cree in quello che un tempo era il Quebec fino alla base della Resistenza, attraversando tra molte peripezie le terre della tiranna.
E questa non è nemmeno una delle più grandi.
Lo mormorò appena mentre aggirava un gruppo di complessi abitativi che ospitava un numero di persone che avrebbero potuto rappresentare da sole una piccola tribù nelle sue terre natali. Ognuno di questi abitanti era in qualche modo incasellato nel contesto sociale e contribuiva in qualche maniera a far funzionare la cittadina, ma l’indiano continuava a trovare strano come non fossero tutti anche automaticamente dei guerrieri, oltre che contadini, fabbri, muratori o che altro. Teneva la lancia sottobraccio mentre con le mani si apprestava ad aprire un pacchetto di patatine appena comprate da un ambulante piuttosto felice di allontanarsi quanto prima. In pochi in effetti lo avvicinavano, anzi, i più tendevano a scansarlo con un misto di paura e di disgusto sul volto, tanto che al di fuori dei membri del XXX il cree non poteva dire di aver conosciuto qualcuno.
Non che ci si fosse impegnato.
Eppure devono avere un modo… così tanti in un ambiente così arido e tutti che sopravvivono. ”
Ormai erano ore che gironzolava per la città, eppure non trovava quello che stava cercando. Lo sguardo attento era abituato a saper riconoscere una foglia fuoriposto in un albero, ma si perdeva, ingannato dai mille dettagli a lui alieni degli edifici diroccati e delle strane persone che lo attorniavano, così fisicamente e culturalmente diverse da lui, tanto da non riuscire a ad ottenere nemmeno delle informazioni, i pochi con cui aveva provato a relazionarsi si erano ammutoliti ed avevano sviato l’argomento, non risultando utili in alcun modo e così aveva dovuto procedere a casaccio. Il suo gironzolare gli stava facendo notare sempre più come molti degli abitanti di Emidess provenissero dal sud, avevano abiti vaporosi che agli occhi del cree apparivano bislacchi e chincaglierie provenienti dall’epoca antica, alcune anche funzionanti. Anche se capiva abbastanza bene le stratificazioni sociali ed etniche che li dividevano, con casermoni abitati esclusivamente da ex schiavi di colore fuggiti dai loro padroni ed altri edifici in cui si accalcavano solo bianchi squattrinati, il pellerossa continuava a non capire appieno la tensione che ogni tanto percepiva tra di loro, una tensione a cui parevano immuni i pochi esponenti di origine asiatica. Di altri membri del Primo Popolo come lui, invece, neanche l’ombra.
Fu l’odore di sangue che lo fece fermare.
Mise in bocca una patatina e cercò di capirne la provenienza, seguendo i rumori pian piano più chiari che inevitabilmente accompagnavano tale traccia olfattiva. Dovette entrare in una zona maggiormente popolata e, malgrado camminasse con la massima placidità possibile mangiucchiando le proprie patatine, poteva sentire gli sguardi allarmati dei passanti, mentre si dirigeva verso uno dei macelli cittadini.

Emidees, 28 gennaio 2116
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Messaggio Da Green Boy Gio Gen 19, 2017 9:42 am

"Apex.
Una piccola oasi di pace dove i fedelissimi della nostra Illuminata Sovrana possono godere del loro meritato riposo per gli anni di vecchiaia che gli restano, dopo aver avuto l’onore di servire nell'E.F.C. . O meglio era un’oasi, tristemente il tempo al passato è d’obbligo : purtroppo i cittadini di Apex hanno avuto la sfortuna di fare la conoscenza dei perfidi tagliagole della Ribellione! Che questi sbandati fossero particolarmente pericolosi era risaputo un po’ ovunque ma che arrivassero ad insediare e addirittura uccidere vecchi e bambini innocenti fin dentro le nostre case è sconcertante!  Nonostante siano ancora in corso le indagini su ciò che è accaduto, le nostre fidate fonti ci informano che i ribelli, giunti in prossimità di Apex e fiutando quello che loro ritenevano un prezioso bottino di rifornimenti e armamenti, abbiano assaltato l'insediamento dove alcune famiglie vivevano. Inutile dirvi che nessun bottino era presente in questo luogo, avranno rubato pentole e stoviglie infine. Per pochi dollari hanno preso in ostaggio gli abitanti, spingendoli ad una “pacifica collaborazione”.  Un'ispezione ministeriale, atta a controllare il buono stato dei sudditi di Sua Grazia, è stata probabilmente attirata in questo luogo e barbaramente trucidata.
Non si sa ancora nulla di quelli che vengono ritenuti i superstiti, si sospetta che siano stati rapiti per  essere sottoposti a indicibili torture per ottenere più  informazioni possibili.
Risultano scomparsi nell'esercizio delle loro funzioni il Commissario Kaufman, l’ispettore fiscale Barnstein ed il soldato Prime, probabilmente assassinati dai Ribelli.
In un momento cruciale come questo che dobbiamo riunirci sotto la protezione della nostra Illuminata e Divina Sovrana, solo lei può salvarci dalla barbarie e dalle violenza di questi facinorosi briganti dei Ribelli!"

Dall'ultimo editoriale di Woodrow Guthrie, direttore dell'Urania Post, Gennaio 2117
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Messaggio Da Green Boy Sab Gen 21, 2017 4:27 pm

“Ed è tutto, più o meno. Non credo serva ripetere la parte dopo che ho lasciato Apex.”
Jellyfish è appoggiata al muro, braccia conserte, guarda intensamente Jeb con uno sguardo torvo.
“Dunque… Jeremy Anders. Quale era il tuo rango, prima di essere congedato?”
“Capitano, nel 2107 avevo la mia compagnia, tutti soldati scelti personalmente.”
"Ladri e delinquenti  come gli altri?” lo interrompe Jellyfish.
“La Guerra ha le sue regole, loro obbedivano algi ordini, come tutti noi.” risponde Jeb freddamente.
“E cosa rimane di questa unità?” prosegui Roland.
“Nulla. Dopo il mio congedo sono stati riassegnati in altre unità, probabilmente sono tutti morti ora.”
“E’ sorprendente come tu sia ancora vivo dopo tutto questo”
“E’ la verità tuttavia, la mia è stata solo fortuna probabilmente.”
“Solo gli eroi muoiono, e tu sei quanto di più distante da ciò.”
“Altrettanto vero.”
“Quindi ora sei qui, dopo una vita prima con Alleister e nostro padre, poi con la Cagna e i suoi aguzzini per lunghi anni. Dopodiché ti sei ritirato a vita privata riciclandoti come fattore. Per anni sei sopravvissuto, pressochè indisturbato, ed hai accolto altri sbandati e fuggiaschi come te. Casualmente poi conservavi una tecnologia avanzata che nessuno ha mai reclamato."
“Corretto…se non menzioniamo l’incidente di Steven ed il vostro successivo arrivo qualche tempo dopo.”  Jeb lancia un’occhiata maliziosa a Jellyfish e a Roland.
“Non poteva finire altrimenti e tu lo sai. Sei stato TU a farla finire cosi.” se gli occhi di lei potessero lanciare saette lo farebbero.
“Punti di vista. Senza la vostra visita io sarei a seminare i campi ora e la sera gli leggerei le sue storie preferite.”
“Era MORTO. MORTO!” nel dirlo sottolinea il concetto sbattendo un poderoso pugno di rabbia sul tavolo.
Qui la voce di Jeb perde per un attimo lo smalto arrogante "Questo è vero… ma tu capiresti quando è ora di lasciare andare la mano della persona più importante della tua vita?”
“Basta cosi.” interviene Roland “Jeb, non ti possiamo dare nessun incarico di comando qui… sicuramente finché non avremo capito se ci si può fidare completamente di te, ma un uomo con la tua esperienza può tornare comodo.” Roland si alza e va a porsi davanti a Jeb “Jelly dice qui che hai fatto un bel giro di parole, ma che non ha ancora sentito le parole di pentimento delle tue azioni. Come mai?”
“Perché non credo nel pentimento. Ciò che ho fatto lo ho fatto perché ci credevo e volevo farlo, pentirsi sarebbe come sputare sul mio passato. Io non mi fiderei di una persona che ha compiuto azioni come le mie per buona parte della sua vita ed ora,improvvisamente, rinnega tutto per salvare la pellaccia. Io ho detto che mi adopererò in ogni mia energia per aiutare la vostra causa, per ammazzare i vostri nemici ed i loro alleati, fargli terra bruciata attorno. Perché questo è ciò che so fare meglio.”
"Molto bene, ne parlerò con mia sorella e ti manderemo a chiamare quando avremo bisogno dei tuoi servigi.”
“Vi ringrazio, entrambi.”  Jeb si alza dalla sedia ed abbozza un saluto militare.

Emidees, Centro Comando, 20 gennaio 2117
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